Il settore Beauty dopo il lockdown ha affrontato la ripartenza con un nuovo sistema di lavoro che ha, nel bene e nel male, esaltato in maniera evidente caratteristiche del proprio operato. Ha, cioè, evidenziato i pregi e i difetti dell’organizzazione, della comunicazione e dell’attenzione alle esigenze del cliente.
L’atteggiamento che molti hanno avuto al rientro dell’attività è stato di estrema rigidità, con schemi imposti, rivolti principalmente al recupero dei fatturati persi nel periodo precedente, dimenticando in alcuni casi la relazione costruita nel tempo con i clienti e il fatto che la Sua attività si fonda sul servizio alla persona e quindi parecchio condizionato dall’attenzione allo stato d’animo e alle esigenze del momento.
Un altro fattore importante del post lockdown, che ha cambiato le regole di mercato, è legato all’attività di comunicazione rispetto ai clienti, attraverso una costante informazione di sostegno su temi del “fai da te” in attesa della riapertura. Ci sono anche alcune attività che hanno iniziato a comunicare solo nella fase finale per creare le famigerate liste di prenotazione, di sicura importanza, ma di poca incisività fidelizzante dopo un periodo di silenzio totale.
Questi e altri fattori hanno fatto si che il mercato abbia vissuto un cambiamento di decisioni ed il rimescolamento delle scelte del cliente su chi affidarsi per la cura del proprio corpo e della propria immagine.
Alcuni artigiani/imprenditori, ben guidati hanno saputo attirare l’attenzione del pubblico e dei clienti, altri hanno puntato maggiormente alla propria formazione e motivazione, seguendo ogni tipo di webinar proposto nei Social, trascurando la principale attività di comunicazione da rivolgere alla propria utenza.
Quello che si è aggiunto alla difficoltosa ripartenza, è stato il timore di contagio ancora presente per diverse settimane in molte persone, la riscoperta di tecniche del fai da te, la capacità economica ridotta in quella fascia di mercato che non ha avuto sostegno durante i mesi di stop. Il segmento di frequenza settimanale si è ridotto notevolmente, creando un rallentamento di continuità lavorativa nei saloni.
Infatti, dalle prime analisi si evince che mediamente alla ripartenza e nelle successive 4 settimane non è ancora rientrato il 30% del parco clienti. Questo dato unito alla riduzione della frequenza mensile, ha fatto si che i risultati siano insufficienti per l’azienda già dopo le prime 2 settimane di riapertura, obbligando chi in difficoltà produttiva a riattivare vecchi sistemi di scontistica orientati al “si salvi chi può”, senza un criterio progettuale condiviso con il cliente, di scarsa efficacia e dannoso per l’immagine del salone.
Chi ha curato la propria azienda durante la fase di chiusura nei tre settori principali, cioè curando la propria formazione, quella dello staff e il parco clienti, ha ritrovato un mercato florido e di crescita continua. Si è riscontrato un favorevole dato di acquisizione nuovi clienti non indifferente, che ha colmato i vuoti creati dai fattori precedentemente illustrati, creando continuità ed entusiasmo energetico.
Ma tutto ciò non significa che è finita, bisogna prendere coscienza che dal 18 maggio c’è tanta diversità rispetto ai due mesi precedenti. Il primo passo importante è quello di riconquistare la fiducia del proprio staff, curando la relazione e in casi estremi liberando chi fa fatica ad allinearsi al nuovo modo di curare il cliente.
Ritengo poco utile la spasmodica ricerca di recuperare le clienti assenti, bensì è di fondamentale importanza riproporsi con una comunicazione sana e di forte impatto in un mercato che si sta rimescolando, e dove tanti clienti stanno ricercando sempre di più nuovi rifermenti di bellezza e benessere. Tutto ciò è decisamente importante per attivare un’attrazione che diventa fondamentale affinchè si migliori l’acquisizione di nuovi clienti, da sempre linfa principale per ristrutturare il proprio portfolio.
Oggi il cliente cerca un’esperienza, vuole trovare specializzazione e intesa con chi si deve relazionare. È obsoleto in questo momento continuare a puntare su un taglio o su una tecnica di effetti luce, quando l’emozione e l’attenzione per la persona sono deboli.
Il nostro consiglio è quello di puntare a far conoscere al mercato quale esperienza il cliente vivrà nella tua struttura, quali sono le diversità nel dare un servizio e vivere un giorno da sogno, con tratti distintivi rispetto la concorrenza.
Sappi che se vendi servizi attrai l’attenzione di un mercato difficile e instabile, mentre se vendi esperienze emozionanti avrai un brand ricercato differente, rendendo orgogliosi i clienti che saranno più propensi ad avviare un passaparola produttivo per la tua attività.
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